È una tecnica fisioterapica che utilizza a scopo terapeutico gli effetti biologici prodotti dagli ultrasuoni (onde sonore con frequenza superiore alla soglia uditiva oltre 16000 cicli/secondo.
La produzione degli ultrasuoni si ottiene sfruttando l'effetto piezoelettrico inverso: proprietà di alcuni cristalli minerali di dilatarsi e comprimersi e, quindi, di emettere vibrazioni quando sono sottoposti all'azione di un campo elettrico di corrente alternata.
La frequenza di emissione degli apparecchi può essere di 1 MHZ o di 3 MHZ. Può essere applicata una tecnica a contatto (con l'interposizione di un gel tra la testina dell'ultrasuono e la cute) o in immersione in acqua quando si trattano superfici cutanee irregolari (ad esempio mani, piedi, ecc.). Gli ultrasuoni con una frequenza di 3 MHZ lavorano in superficie fino ad 1 cm di profondità, mentre se sono a 1 MHZ arrivano fino a 3 cm di profondità.
L’applicazione sul corpo non è invasiva e nemmeno dolorosa.
Il calore prodotto, legato alla vibrazione delle strutture cellulari e intercellulari determina un aumento dell’attività cellulare e vasodilatazione, con incremento del flusso sanguigno che mette a disposizione più ossigeno e sostanze nutritizie.
Gli ultrasuoni trovano indicazioni per le seguenti condizioni patologiche: tendinopatie inserzionali, tendiniti, tendinosi e tenosinoviti; epicondiliti ed epitrocleiti; sindrome da impengement (conflitto sub-acromiale della spalla); forme artrosiche; M. di Dupuytren; cicatrici ad evoluzione cheloidea; edemi; contusioni; distorsioni.