Tendinopatia achillea
La tendinopatia achillea riguarda principalmente atleti/amatori che praticano sport in cui è presente la corsa. La condizione patologica si presenta con talalgia (dolore al tallone, talvolta anche molto acuto), gonfiore lungo la guaina tendinea vicino al calcagno, e dolore talvolta associato ad ipomobilità della caviglia.
La letteratura evidenzia come l’incidenza della tendinopatia achillea sia tra il 6,5 e l’11% delle lesioni tra i corridori. In particolare la rottura del tendine d’Achille si verifica, di solito, nei soggetti maschi tra i 25 e i 50 anni, che praticano attività sportiva amatoriale/agonistica.
Caratteristiche della tendinopatia achillea
Il tendine d’Achille è il più largo e forte tendine del nostro corpo; è stato studiato come esso possa sopportare anche 300 kg di carico. In altre parole, è un tessuto che in condizioni “normali” è difficilmente lesionabile, ma un lavoro di sovraccarico prolungato può causare lesioni che le cellule non riescono a riparare in breve tempo.
La tendinopatia si può considerare quindi uno squilibrio tra fenomeni di lesione tessutale e rigenerazione cellulare, con la prevalenza dei primi. Lo squilibrio può essere associato o non alla presenza di infiammazione tendinea che contribuisce al turgore peritendineo e causare dolore.
Trattamento conservativo della tendinopatia achillea
L’elemento più importante per il trattamento conservativo della tendinopatia achillea è la tempestività di intervento, prima si agisce e più possibilità si hanno di ottenere risultato. Nei primi giorni di sintomi è opportuno sospendere l’attività ed utilizzare il ghiaccio per attenuare il dolore e combattere l’infiammazione. E’ possibile utilizzare il Laser Nd-Yag e la Tecarterapia direttamente sul punto di lesione per diminuire il gonfiore e stimolare la rigenerazione cellulare. E’ importante rivolgersi al medico specialista per la diagnosi corretta avvalorata dagli esami strumentali (ecografia principalmente).
L’obiettivo a medio/lungo termine del trattamento è l’aumento della capacità di carico del tendine tramite l’esercizio terapeutico basato sul carico progressivo che mira a favorire il riadattamento delle fibre muscolari e miotendinee.
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